COVID 19 ED ESERCIZIO FISICO: NON FARTI TROVARE IMPREPARATO

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COVID 19 ED ESERCIZIO FISICO: NON FARTI TROVARE IMPREPARATO

 

Ormai da due anni il mondo è impegnato a reagire all’aggressione pandemica. Siamo sempre stati convinti che l’esercizio fisico e la corretta alimentazione siano pratiche  importanti per poter far in modo che il nostro corpo sia in grado di reagire alle aggressioni esterne ed alla stressante vita attuale, cause di debilitazione del nostro sistema immunitario e della qualità della nostra esistenza.

Ormai da anni il mondo dell’attività fisica considera di primaria importanza l’attività di Anti aging per apportare una buona qualità di vita protratta il più a lungo possibile negli anni.

Con l’avvento del Covid 19 ci sentiamo di darvi dei consigli mirati su più fronti, sia quello della prevenzione sia sul recupero funzionale post malattia per recuperare da ciò che viene chiamato Long covid.

La sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) è il nome dato al nuovo coronavirus del 2019. COVID-19 è il nome dato alla malattia associata al virus.

SARS-CoV-2 è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente identificato nell’uomo. (Fonte: ministero della salute ndr)

I coronavirus possono rendersi responsabili di diverse patologie di entità variabile: dal raffreddore a sindromi respiratorie più serie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratorysyndrome) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratorysyndrome).

Lo spettro della presentazione clinica del COVID-19 è ampio, da sintomi assenti o minimi a polmonite virale grave con insufficienza respiratoria, disfunzione del sistema multiorgano, sepsi e decesso. Fino al 40-45% dei soggetti infetti è asintomatico quando viene analizzato per il virus, molti di questi restano asintomatici, ma ciò nonostante diffondono il virus dal tratto respiratorio superiore e sono in grado di trasmettere il virus ad altri. Altri pazienti diventano sintomatici con un periodo di incubazione medio di circa 5 giorni, compreso tra 2 e 14 giorni, dopo l’esposizione.

Fortunatamente, circa l’80% dei soggetti infetti presenta una malattia lieve, che può essere gestita in regime ambulatoriale; il 15% con malattia più grave (dispnea, ipossia o >50% coinvolgimento polmonare in base agli esami di diagnostica per immagini) richiede il ricovero ospedaliero, mentre un altro 5% con malattia critica (insufficienza respiratoria, shock o disfunzione del sistema multiorgano) richiede il ricovero in UTI (unità di terapia intensiva). Il tasso di mortalità del caso a livello globale è di circa il 4%, ma varia in base alle caratteristiche demografiche della popolazione locale. Tutte le età sono suscettibili alle infezioni, ma la gravità e il rischio di decesso sono accresciuti negli anziani, nei poveri, nelle popolazioni nere e latino-americane, e nei soggetti con alcune comorbilità preesistenti, come obesità, diabete, ipertensione, malattie polmonari e cardiovascolari. (A cura di Matthew E. Levison, MD, Adjunct Professor of Medicine, Drexel University College of Medicine 14/2/2021)

Con quest’ultima affermazione e, totalmente in linea con la Federazione ISSA, associazione internazionale di Personal Training da anni organo trainante per la promozione della corretta attività fisica e ente di formazione di professionisti competenti, affermiamo che si aprono due scenari fondamentali.

Il primo prevede un ambito PREVENTIVO.

Ci siamo chiesti se l’attività fisica possa avere un ruolo dal punto di vista della prevenzione, senza pretendere di sostituire, solo con essa, il protocollo preventivo già esistente. Ciò significa che come in tutti gli aspetti dell’ambito della salute non si può avere una visione monoprospettica ma tutto deve essere affrontato su più fronti. Il nostro campo di specializzazione è l’attività fisica per cui vi parleremo di questo.

Il secondo argomento fondamentale è il RECUPERO post malattia. Il recupero non è affatto semplice, è una patologia che lascia molti strascichi a chi si ammala ed è stata definita una patologia correlata al Covid 19 chiamata LONG COVID.

Dal punto di vista patologico, i sintomi più comuni prevedono febbre tosse secca ed affaticamento, meno comuni includono invece mal di testa, vertigini, dolore addominale, nausea e vomito.

Può essere presente anosmia, disgeusia, nausea e diarrea.

Alcuni di questi sintomi possono essere assenti, come lo stato febbrile che è un indizio importante ma non sempre presente.

L’american college of cardiology ha dichiarato in un proprio studio che vi è un aumento dei tassi di mortalità in con presenza di patologie preesistenti.

MALATTIE CARDIOVASCOLARI +10,5%

DIABETE +7,3%

BPCO(Bronco pneumopatia cronica)+6,3%

IPERTENSIONE +6%

CANCRO +5,6%

Inoltre altre patologie come Malatite croniche renali, immunosopressione, obesità,anemia falciforme, predispongono i pazienti ad un decorso sfavorevole, aumentando il rischio di intubazione e morte.

Con questo quadro, possiamo affermare che il covid 19 non è esente da questa situazione:

BMI>30+

DIABETE+

FATTORI DI RISCHIO PER INFEZIONI

IPERTENSIONE

MALATTIE GRAVI

Dal punto di vista della PREVENZIONE, sarà di fondamentale importanza quindi il contenimento del peso tramite un’alimentazione adeguata, l’abbattimento della sindrome metabolica (largamente diffusa nei paesi occidentali) e un’attività cardiovascolare adeguata per ridurre l’ipertensione e favorire una corretta funzione cardiocircolatoria.

Ciò significa che dal punto di vista alimentare è consigliabile un regime con alto carico glicemico il mattino e quasi nullo la sera, associato ad un pral medio della giornata negativo(PRAL significa letteralmente PotentialRenal Acid Load, ovvero potenziale di carico acido renale(E’ un metodo scientificamente validato, proposto da Remer e Manz, frequentemente utilizzato per calcolare il bilancio chimico delle molecole acidificanti e alcalinizzanti di un alimento o di un integratore), così da creare da un lato fisiologici stimoli secondo la ciclicità corretta degli ormoni, dall’altro migliorare la capacità del corpo di utilizzare i sistemi tampone, di conseguenza risparmiare perdita di muscolatura, osso e abbassare o rallentare eventuali processi di flogosi .

Consigliamo quindi di utilizzare cibi ricchi di zuccheri il mattino, carboidrati solo nel primo arco della giornata,  eliminare il più possibile cibi e bevande processati industrialmente  e porre attenzione nel bilanciare la quota proteica di origine animale con una sufficiente quantità frutta, legumi, tuberi e verdura. L’integrazione di minerali e vitamine può essere di aiuto (se non di diverso parere medico per alcune patologie).

Al tempo stesso per quanto riguarda l’attività fisica si deve lavorare sia dal punto di vista posturale, sia dal punto di vista muscolare evitando il più possibile dynapenia, sarcopenia e osteopenia, situazioni che aggraverebbero ulteriormente il rischio di incorrere in malattia(E’ stato dimostrato che massa muscolare ed osso oltre ad essere necessari alla funzione del movimento, rappresentano una grossa riserva energetica e di minerali per l’organismo che vi attingerà in caso di emergenza)

Per cui migliorare con opportuni esercizi strutturati i parametri del sistema nervoso, la forza in le sue componenti, la capacità aerobica, migliorando lo scambio di ossigeno e così le capacità ossidative diventa fondamentale per una buona prevenzione.

Per ottenere questo tipo di risultati bisogna avere un approccio multidisciplinare, la capacità e la strumentazione per poter controllare dei parametri oggettivi e il loro sviluppo nella programmazione dell’allenamento(noi utilizziamo bioimpedenza e PPg stress flow di Biotekna rispettivamente per le valutazioni corporea e sistema nervoso con esercizi di respirazione necessari al miglioramento di quest’ultimo. Per questo Siamo formati presso Open Accademy of Medicine, scuola di formazione continua che si occupa tra le altre cose di neuroimmunomodulazione e recupero funzionale).

Riepilogando, risulta di fondamentale importanza il miglioramento del Sistema Nervoso Autonomo, nella fattispecie del battito cardiaco a riposo, della variabilità cardiaca, della modulazione vagale, del della corteccia prefrontale, nell’adeguato rapporto di attivazione Ortosimpatica/Parasimpatico nell’arco della giornata ecc.Tutto ciò ottenibile con applicazione combinata e costante di attività fisica programmata, stile di vita ed esercizi respiratori di Biofeed back.

Da questa base fondamentale di lavoro, che serve a migliorare la qualità della nostra vita e a non trovarci in una situazione di compresenza di indici di BMI al di sopra di 30, di una massa muscolare incapace di sostenere dei consumi metabolici adeguati e di una funzionalità cardiovascolare ridotta, dobbiamo parlare ora di Recupero dalla patologia e di come affrontare il Long covid.

Come abbiamo affermato precedentemente il COVID 19 è una patologia multi organo, gli effetti della malattia si possono quindi riscontrare ben visibili in ambito

  • CARDIOCIRCOLATORIO
  • POLMONARE
  • MUSCOLO SCHELETRICO
  • METABOLICO
  • DI FATICA CRONICA
  • NEUROLOGICO

Per il recupero abbiamo affrontato il problema da più punti di vista, in primis programmare un recupero con un intensità crescente sia nei carichi di lavoro sia nei tempi di lavoro. Le persone che finiscono in Terapia Intensiva e in Semintensiva non saranno in grado di sostenere alti carichi e tempi prolungati d’esercizio inizialmente. Questo vale anche per le persone che pur guarendo a casa e quindi non ospedalizzate, hanno sintomatologia severa specie nella fatica cronica e in ambito di funzionalità polmonare.

Il lavoro CARDIOCIRCOLATORIO è molto importante e soprattutto deve essere fatto in intensità crescente, prima ristabilendo un fondo di base adeguato per poi intensificarne l’intensità al momento opportuno migliorando il VO2 max e la capacità resistiva dei soggetti.

Per il lavoro POLMONARE ci siamo avvalsi sia di strumentazione di espansione polmonare (inspirometro di tipo coach 2), di lavori mirati con il PPG stress flow BioTekna per migliorare variabilità cardiaca, diminuire la frequenza cardiaca e migliorare la funzionalità del nervo vago. Molti esercizi respiratori devono tener presente dell’interfunzionalità e interrelazione tra diaframma e postura.

Un grosso lavoro deve essere fatto dal punto di vista muscolare, sia per aumentare la massa muscolare che viene intaccata durante il periodo di malattia, sia per migliorare lo stato di forza soprattutto nelle persone che sono state allettate per un periodo anche lungo.

Il lavoro propriocettivo stimola sia la muscolatura profonda sia il sistema nervoso periferico.

Tutto questo in un team collaborativo che possa gestire i soggetti a tutto tondo, ognuno nel rispetto del proprio compito e della propria funzione.

 

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